CHI SIAMO

Chi siamo – la storia di Gerard e del suo sentimento antico.

 

Da dove nascono le idee? Per Gerard, creatore del brand di abbigliamento The Ancient Feel, la risposta è racchiusa in un sentimento antico. 

Per cercare la sua idea bisogna fare un viaggio lontano, versouna placida collina che degrada dolcemente sulle rive di unfiume dove lui, da bambino, giocava con gli amici a fare la vita degli uomini primitivi. La ricerca dei rami migliori per accendere un fuoco, la pesca artigianale con chicchi di mais legati insieme da luccicanti stringhe di rame, e la costruzione di piccole tane nel terreno che - con l’aiuto della fantasia - diventavano la tenda imperiale di un capo tribù.

Tutto ciò che era vita vera, per molti, nel suo Paese natale, per Gerard era un gioco d’infanzia. Il fiume, con le sue correnti, era come il mare. I bambini facevano il bagno e rimanevano sulla sabbia fresca ad asciugarsi, d’estate. Ancora non sapevano che quei ricordi si sarebbero ancorati al loro inconscio e li avrebbero accompagnati per tutta la vita, partecipando alla nascita di quella che poi, per Gerard, è diventata l’icona del proprio brand.

 

“Una delle cose che ricordo di quando ero piccolo era questo cielo blu, e io dicevo: voglio raggiungerlo. E correvo,correvo, ma non lo raggiungevo mai. Scavavamo delle buche nel terreno, mettevamo dei tappeti di fortuna nelle nostre tane. Ci nascondevamo dalle persone più grandi. Trovavo soddisfazione nell’essere indipendente, volevo costruire qualcosa che fosse solo mio.”

 

Fu proprio in quel momento, cercando quel cielo impossibile,che iniziò ad installarsi nella sua giovane mente la consapevolezza dell’imperfezione. 

Una sensazione che, ammette, lo ha accompagnato poi per buona parte della sua adolescenza, e che ha fatto di lui un ragazzo spesso timido e insicuro, con la vaga e imprecisa percezione di essere sempre nel posto sbagliato. 

Ma Gerard comprende presto di non essere l’unico a provare quei sentimenti, e che quella sensazione di essere un’anima errante e profondamente imperfetta era propria dell’essere umano in quanto tale. 

Succede, come per molte cose della vita, che un giorno si manifestano per caso. Un amico pittore intravede in lui una – per così dire - follia creativa, e lo spronta a dipingere qualcosa.

Aveva scoperto così la sua passione per l’arte, anche se un innato senso artistico era sempre esistito in lui. Anni prima, da giovane, aveva fatto il fiorista. Al negozio spesso si trovava a concentrarsi su una particolare composizione, perdeva il conto del tempo nel combinare fiori di diversa dimensione e colore, fino a creare il bouquet perfetto. Ma la sua arte esisteva da sempre. Da quando cuoceva sul fuoco il pesce pescato sul fiume, da quando correva sull’erba, a perdifiato, inseguendoquel cielo irraggiungibile.

Gerard inizia a dipingere il suo primo quadro, un volto.

 

“Io non programmo mai prima i miei disegni. Un giorno magari cammino, vedo qualcosa, respiro un profumo, immagino, sogno, e mi viene in mente il soggetto per un nuovo articolo. Sono tutte immagini e declinazioni del mio marchio mosse dall’ispirazione. Quello che creo è come se fosse un quadro astratto.”

 

La pittura lo emoziona e riesce a tirare fuori da lui qualcosa che non era mai emerso prima. Disegnare gli permette di collegarsi al suo io interiore e di lasciarlo fluire su un supporto fisico, a dargli una forma. Sebbene, spesso, questa forma sia indefinita e imperfetta. 

È in un giorno come tanti altri in cui è chino sui suoi colori che si accorge di aver finito le tele e i pezzi di legno su cui dipingere. 

 

“Mi ero ricordato di avere, da qualche parte in casa, questi pezzi di stoffa lunghissimi, rossi, come quelli che si stendono in chiesa ai matrimoni. Ho iniziato a ritagliarli e a disegnare lì. Il primo omino che ho disegnato era metà rosso e metà bianco, su questo pezzo di tela. E forse qualcosa dentro di me sapeva già che sarebbero stati proprio i vestiti, la sua vita.”

 

 

L’immagine di quell’omino è stata come un’epifania. Gerard inizia a disegnarlo in diverse forme e posizioni. Chiede pareri ad amici e familiari, conoscenti esperti del settore, e tutti, subito, si innamorano di quella piccola figura imperfetta. Ma per Gerard mancava ancora qualcosa. Delle parole. Una scritta che descrivesse la sua essenza. 

Con l’aiuto di un dizionario, senza sapere bene cosa cercarema sapendo bene quello che voleva: qualcosa che rappresentasse l’essenza del suo omino imperfetto, ormai a tutti gli effetti il logo del suo brand. 

La risposta appare in tre parole semplici: un articolo, universale; un aggettivo, antico; e un sostantivo: sentire. 

 

The Ancient Feel.

 

Ora c’erano logo e payoff del suo nuovo brand, ma il lavoro per Gerard era appena iniziato. Bisognava creare un dominio per il sito web, contattare i primi fornitori, registrare il marchio. La sua idea piaceva a molte persone ma nessuna di loro si era mai proposta per aiutarlo. Di nuovo l’imperfezione dell’animo umano, che ritornava, ma che anzichè dissuardere Gerard dall’andare avanti lo convinceva di essere proprio sulla strada giusta. 

L’idea dei vestiti nasce, anch’essa, per caso. Da una passione latente, come quella per l’arte, rimasta assopita per lungo tempo dentro di lui e poi, un giorno, improvvisamente risvegliata da un passante per la strada, da un’immagine in una vetrina, dalla forma di un oggetto su un mobile del salotto. 

Nasce dal desiderio di un gilet, una sera, mentre si preparava per uscire. Non un gilet alla moda, piuttosto un modello simile a quelli che si indossavano una volta, smanicato. Per la prima volta realizza che nel campo dell’abbigliamento non era stato già tutto creato, che potevano esserci ancora bisogni insoddisfatti tra le persone.

 

“Poi mi piacevano questi film ambientati nella Londra nel ‘900. L’idea di una linea urban di street-wear ispirata alla moda di strada di quell’epoca mi ha sempre affascinato. Questo per quanto riguarda la mia sensazione del passato. Amo moltissimo però anche lo stile moderno, quasi futuristico. Mi capita spesso di pensare e progettare modelli di cose che ancora nessuno ha mai visto e forse chissà, esisteranno nel 2050. Questo dualismo fa parte di me e farà sempre parte anche del mio brand.”

“Volevo che l’omino del mio brand entrasse nel presente e si prendesse le rivincite che, forse, il ragazzo timido e imperfetto del passato non era riuscito a prenderi nella vita reale.”

 

Quello che voleva era combinare lo stile e l’eleganza del passato con i materiali e i modelli del presente. Che l’antico del proprio marchio entrasse nella modernità del mondo. Un mondo, quello della moda, da sempre estremamente competitivo. Innovativo, per certi versi, ma anche anonimo e inespressivo negli ambienti più commerciali. Gerdard si rendeva conto che molti degli articoli erano privi di verve e tutti identici gli uni agli altri. Qualcosa doveva cambiare.

BC928678-8BAF-4186-A3FF-FCC696161A0B.jpgDecide di iniziare dal punto di partenza: lo streetwear. Contatta una sarta, intenzionato inizialmente a produrre tutti capi su misura, con materiali scelti e selezionati personalmente. Ma disegnare con le misure sartoriali era difficile, e i fondi iniziali del progetto non permettevano ancora di puntare così in alto. Così contatta una giovane start-up di stampe e inizia con i primi articoli, t-shirt e felpe, in colori standard – bianco e nero. 

 

Ed è questo, l’inizio della storia.

 

“Voglio che i miei vestiti siano per tutti. Vorrei vederli su qualsiasi corpo, femminile maschile o di qualsiasi tipo.Quando guardo per strada, vedo il mio logo sulle persone, anche se non esiste ancora. La mia prima sfilata sarà su una strada. Perchè le persone che mi hanno ispirato camminano li.”

 

Oggi Gerard è un giovane imprenditore e la sua start-up conta già centinaia di follower. La sua sede è a Verona e al momento le sue creazioni sono disponibili sul sitoweb, che viene costantemente aggiornato, e vengono spedite in tutta Italia. Il progetto è di ampliare sempre di più la portata del brand e vederlo, un gionro, indossato in tutto il mondo. 

Un sogno che si sta realizzando, una storia che ha davanti ancora infinite pagine bianche per essere raccontata.